Si racconta che, la prima volta che Caparezza ha messo piede nello spazio di via Matteotti 7 a Pedaso, paese da 2792 abitanti nelle Marche, con la sua proverbiale simpatia mischiata a uno stato di stupore, abbia detto: “Credo di essere l’unico artista al mondo, ancora vivo e vegeto, ad avere un museo dedicato”. Sì, perché il Caparezza Museum, nome che ha anche un tocco esotico e internazionale, non è un’illusione ottica come un miraggio nel deserto o una proiezione onirica della mente di Wes Anderson, ma è un vero e proprio mausoleo laico dedicato al cantautore e rapper di Molfetta. Dentro c’è di tutto: oggetti di scena come una scopa volante o i personaggi di cartapesta tratti dalle grandi scenografie di Capa, magliette introvabili, manifesti, dischi, pupazzi, scalette, biglietti dei tour dei primi anni 2000 e tantissimo altro. “Molte di queste memorabilia sono uniche e me le ha regalate lo stesso Michele (Caparezza, ndr). In quasi vent’anni di concerti ho messo tanta, ma davvero tanta roba, da parte. È un museo piccolo, ma dentro c’è un mondo infinito. Quando lo creai chiesi ovviamente la sua autorizzazione e fu subito disponibile. Sì, sembra un po’ una pazzia, lo so, ma lo faccio solo per passione”, dice Simone Addazi. 

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