Forse presto potrà capitare di vedere dei capezzoli femminili scorrendo il feed di Instagram e Facebook. Il consiglio di sorveglianza indipendente di Meta, l’Oversight Board, ha chiesto una revisione della norma che oggi vieta le immagini a petto nudo delle donne sui social network di Meta. Per il consiglio, composto da giuristi e accademici, Meta dovrebbe “definire criteri chiari, oggettivi e rispettosi dei diritti”. La rimostranza è scattata dopo il caso di censura che ha colpito il post di una coppia transgender che raccoglieva fondi per un intervento chirurgico. Il post censurato era un post informativo che mostrava la foto del petto nudo di una persona con capezzoli coperti e con informazioni sull’assistenza sanitaria relativa alle persone transgender: niente di porno, insomma. Eppure i post sono stati rimossi su segnalazione di alcuni utenti, salvo poi essere ripristinati dopo che la coppia ha fatto ricorso. Il monito arriva oltre un decennio dopo la protesta di un gruppo di mamme di “Lactivist” per aver cancellato dei post sull’allattamento e le lotte del movimento ‘Free the Nipple’ contro la censura. Un tema che ha fatto discutere: la censura, storicamente rivolta solo al torso femminile e non a quello maschile, ha scatenato polemiche e dibattiti sulle regole delle piattaforme e sulla moderazione dei contenuti – sia umana sia con l’Intelligenza artificiale – e si è addirittura a volte abbattuta anche su famose opere d’arte.
