Molti sono oramai i Paesi che stanno passando a un orario lavorativo settimanale più breve, con benefici su vari fronti. Anche in Svizzera qualcosa si muove, ma per uno dei Paesi con la media oraria più alta d’Europa il cambio di mentalità sarà tutt’altro che facile. Stipendio pieno. Ma con otto ore di lavoro in meno. Prende sempre più piede il modello della settimana da quattro giorni. E in Ticino arriva la prima proposta per una sua concretizzazione, che mette d’accordo sia la destra che la sinistra.

< RITORNASTAMPAstressLAVORO E SALUTELa settimana corta allunga la vitaUnia chiede una drastica riduzione del tempo di lavoro in Svizzera. «Una misura che tutela la salute e migliora il benessere», spiega la psicologadiVeronica GalsterMolti sono oramai i Paesi che stanno passando a un orario lavorativo settimanale più breve, con benefici su vari fronti. Anche in Svizzera qualcosa si muove, ma per uno dei Paesi con la media oraria più alta d’Europa il cambio di mentalità sarà tutt’altro che facile. Ne abbiamo discusso con Eleonora Fontana, psicologa e psicoterapeuta del Laboratorio di psicopatologia del lavoro di Lugano.L’orario settimanale di lavoro sta sempre più diventando oggetto di cambiamenti in Europa e nel mondo: ci si è resi conto che, studi alla mano, lavorare troppo in realtà nuoce all’economia, oltre che alla salute.
Così molti Paesi hanno introdotto o stanno introducendo settimane lavorative più corte. La Svizzera non è però al passo con i tempi, almeno per ora, e con una media di 41,7 ore a settimana per un tempo pieno è uno degli Stati europei con il grado d’occupazione più alto, con conseguenze importanti sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori, chiamati a una sempre crescente flessibilità e con ritmi di lavoro in costante aumento. L’idea è quella di testare il modello sia all’interno dell’amministrazione pubblica che nel privato. Il Consiglio di Stato dovrebbe così identificare un certo numero di dipendenti del pubblico che possano prestarsi allo studio e stanziare un credito per stimolare la partecipazione delle aziende private. Un orario di lavoro molto lungo, come quello in Svizzera, costringe chi ha obblighi di cura verso figli o parenti bisognosi a lavorare a tempo parziale. Questo è un problema che riguarda sei donne su dieci (contro 1,8 uomini su dieci), le quali per poter svolgere tutto quel lavoro non retribuito e invisibile che incombe ancora in grandissima parte sulle loro spalle, non hanno altra scelta che il tempo parziale.  Sono molteplici le motivazioni per le quali, secondo i firmatari, la mozione va approvata. In primis, «lo stress ha i suoi costi», diretti e indiretti. Al contrario, si legge nella mozione, «diversi studi condotti in Islanda, Giappone e Nuova Zelanda hanno rilevato che una riduzione dell’orario di lavoro e una maggiore attenzione alle condizioni lavorative dei dipendenti può portare ad importanti benefici per salute e benessere, ma anche per la produttività».

Written by:

X