Dal 1° di febbraio scade la convenzione sul telelavoro siglato tra Svizzera e Italia. Marco Bernasconi, esperto di diritto tributario afferma: “Poco probabile che il frontaliere continuerà a lavorare a domicilio”. Le richieste di economia e sindacati sono rimaste inascoltate. Dal prossimo 1° febbraio il regime straordinario sul telelavoro dei frontalieri decadrà. L’accordo, sottoscritto da Italia e Svizzera nel giugno 2020 in piena pandemia, non è infatti stato più prorogato. Concretamente tutti i titolari di permesso G che continueranno ad essere in telelavoro saranno trattati alla stregua di un lavoratore italiano. La cessazione dell’accordo porterà, col rientro in presenza dei frontalieri, un probabile incremento delle auto. “Se dal 1° febbraio un frontaliere residente in Italia lavora al proprio domicilio viene a mancare il criterio del rientro quotidiano”, spiega Marco Bernasconi, esperto di diritto tributario. “In questo caso è applicabile la convezione italo-svizzera che prevede l’imponibilità completa in Italia. Siccome le aliquote in Italia sono molto più progressive di quelle svizzere, è molto probabile che il telelavoro venga a cadere in mancanza di un accordo”. Si rivedrà l’accordo?

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