Nero come la notte, elegante come una pantera, bistrattato come nessuno. Il 17 novembre non è un giorno come tanti altri, ma è la Giornata del Gatto Nero, il micio più chiacchierato al mondo.

Un’iniziativa nata per superare le tante superstizioni legate a questi affascinanti animali, ma che continuano a soffrire dello stigma di “porta sfortuna”. Già dal Medioevo, i felini neri venivano associati alle streghe e dovevano essere bruciati vivi. Nomea che si è poi protratta negli anni, perché chi di voi non tocca ferro quando gli attraversa la strada un gatto nero? O chi sceglie un gatto nero come compagno domestico?

La data non è un caso: in primis, perché il mese di novembre è quello più triste dell’anno, perché inizia con la commemorazione dei santi e dei morti, e poi il numero 17 è legato alla sfortuna. Il caso vuole che quest’anno cada di venerdì, di modo che possiamo sfatare due miti in un colpo solo.

Al contrario di ciò che spesso si crede, il gatto nero ha un buon carattere: educato, fedele e soprattutto molto predisposto a socializzare. Tuttavia, la sua indole è quella di uno spirito libero, per cui appena può ama gironzolare da solo e rimanere per ore e ore a contatto con la natura.

Da eliminare, perché fuori tempo, anche la credenza per cui porterebbe male vedersi la strada attraversata da un gatto nero. Risale a quando si andava a cavallo. I gatti facevano imbizzarrire gli equini. Tutto passato. I mezzi di trasporto sono altri e altro dovrebbe essere l’affetto verso animali esattamente come gli altri.

Buona festa quindi ai nostri aMici tutti Neri!

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